Il piccolo esercizio commerciale di natura stagionale gestito da marito e moglie in una nota località turistica veneta, aveva visto nell’arco di 10 anni contrarsi il fatturato quasi del 50% a causa della crisi economica e della contemporanea apertura di un centro commerciale nelle vicinanze. Nel tentativo di fronteggiare la situazione e in mancanza di alternative, essendo la piccola impresa l’unica fonte di reddito per una famiglia con 4 figli, i coniugi decidevano di investire nella ristrutturazione del loro negozio contraendo nuovi debiti con le banche.

Il perdurare dello squilibrio economico-finanziario ha indotto i debitori, assistiti dallo Studio Paci, a fare ricorso ad una delle procedure di composizione della crisi da sovra-indebitamento previste dalla legge 3/2012, e precisamente la liquidazione del patrimonio. Mettendo a disposizione i loro beni rappresentati da un immobile e un autoveicolo per un valore complessivo di circa 140.000 euro, il provvedimento del tribunale ha consentito di azzerare il debito di oltre 400.000 euro. Per consentire la prosecuzione dell’attività commerciale la coppia ha potuto trattenere per se l’intero reddito d’impresa indispensabile per il sostentamento della famiglia.

La legge sul sovraindebitamento si è rivelata ancora una volta una valida soluzione per una situazione apparentemente senza vie d’uscita.

Provvedimento del tribunale di Pordenone del 3 aprile 2019.